Maiser (l'uomo del mais) Milano, Marcos y Marcos, Collana Le Ali, 2017 (prima ristampa: 2021) ISBN: 9788871687933
PREMIO SVIZZERO DI LETTERATURA 2017 PREMIO INTERNAZIONALE ALDA MERINI 2018
“E dicendo di quell’uno / di quanti altri avrai parlato?”: si chiude così il romanzo in versi di Fabiano Alborghetti, che mette in scena la storia di un “uomo normale” (così l’incipit), di una “vasta famiglia”, di una lunga porzione di secolo. Dall’uno agli altri, cioè dalla vicenda individuale alla storia collettiva, e un tempo si sarebbe potuto aggiungere dalla coscienza individuale a quella di classe, questo libro coraggioso prova a mettere al lavoro la poesia sul piano inclinato della narrazione sociale. Romanzo/poema in controtendenza, Maiser conduce allo spasimo la cifra di una scrittura già testimoniata dal precedente percorso del suo autore: da L’opposta riva (2006), con i suoi clandestini senza nome braccati dal destino, agli orrori quotidiani di Registro dei fragili (2009), Alborghetti ha sempre affondato i suoi strumenti poetici nella realtà più bruciante. Ora, un’identica ustione si prolunga nei decenni della storia italiana novecentesca, negli “sguardi lupeschi” e disperati degli emigranti del Sud. Come sempre, “dinanzi alla vita, anche quella più storta”. (Fabio Pusterla)
Maiser - radiodramma lettura integrale e regia di Igor Horvat Tecnico del suono: Yuri Ruspini una produzione RSI, Rete Due info qui
Fabiano Alborghetti ha saputo raccontare in modo inedito una storia che poteva avere il sapore del déjà vu: le varie vicende di una famiglia di italiani immigrati in Ticino nella prima metà degli anni Cinquanta. Il merito è soprattutto della forma adottata, perché Maiser è un romanzo che ricostruisce con verosimiglianza una precisa realtà storica e sociale rivitalizzando una tradizione illustre, quella della narrativa in versi. Non occorre dire che, modernamente, gli eroi di Alborghetti sono persone comuni e non, come nei poemi epici del passato, personaggi dal destino eccezionale. Laudatio del Premio svizzero di letteratura 2018
"C'è una vena civile profonda, intima, a sostenere l'intera impalcatura di questa storia, in realtà corale e in certa maniera esemplare." Daniele Piccini, La Lettura / Corriere della Sera
"L'emigrazione valica i confini della speranza. Un romanzo che non cessa di interrogarsi sulla condizione esistenziale dell'uomo. " Fabio Pagliccia, Corriere del Ticino
(...) l'autore, grazie a 7 anni di ricerche, una buona dose di empatia e un lavoro sulla lingua che gli consente di usare anche le rime per dare ritmo al racconto senza creare ridondanze, è riuscito a comporre un notevole affresco familiare, nazionale e transfrontaliero. Il romanzo in versi di Alborghetti costa 18 Euro e li vale tutti. Pietro Berra, La Provincia
Un uomo, Bruno, di cui ri racconta la parabola di emigrante, dall'Umbria al Mendrisiotto, e con essa una pagina di storia dagli anni '40 ai primi 2000, con le sue conquiste e i suoi smarrimenti, le certezze, le umiliazioni, i vuoti. Maiser rappresenta quanto di più originale e interessante pubblicato nel 2017. Claudio Lo Russo, La Regione
Fabiano Alborghetti, non è certo alla prima esperienza poetica, ma la raccolta di poesie Maiser (l’uomo del mais) costituisce una pietra miliare nella sua carriera letteraria e nel panorama letterario contemporaneo. (...) Mai Alborghetti indulge al sentimentalismo o al compiacimento retorico: tutto è asciutto, secco, come la vita del contadino e dell’operaio emigrato. Giuliano Ladolfi, Avvenire
"Si incita a ripercorrere quei tratti che accomunano il vissuto e l'immaginario non solo di uno (il nostro Maiser) ma dei molti che nelle varie epoche storiche hanno vissuto una eguale situazione di migrazione e dislocamento." Nicoletta Barazzoni, Giornale del Popolo
"L'uomo del mais, quindi, il maiser, il contadino, l'immigrato, che in passato avremmo magari definito un vinto, nel libro di Alborghetti vinto non è: perché parla, convince e vive. " Sergio Roic, EXTRA
"Alborghetti ha fatto della categoria del sogno e non solo della realtà sociale, una sorta di nostalgia ontologica, una stagione creativa che brucia la realtà." Alessandro Moscè, Prospettiva / Altritaliani
Un libro narrato e cantato fino ai limiti della poesia. Sarebbe piaciuto a Roversi, questo libro "sconsacrato", ne abbiamo bisogno di questi "ordigni", ben più di un altro "poeta laureato" Gianno D'Elia
(...) Due, a mio giudizio, i meriti del libro. Il primo sta nella costruzione dell’intreccio, che rifugge con disinvoltura le secche del documentarismo (malgrado l’ampio uso di fonti d’archivio), e l’assenza –secondo una prassi già consolidata nelle opere precedenti- di ogni compiacimento fondato su una pietas soltanto retorica o ideologica. Per Alborghetti, come si è visto, il paria, l’essere migrante, non è che il contrassegno dell’uomo universale)”E dicendo di quell’uno/ di quanti altri avrai parlato?”). Il secondo merito, di ordine stilistico, risiede nell’equilibrio sempre rispettato (non era semplice condurre il gioco per la bellezza di 216 pagine!) tra fluidità narrativa-descrittiva ed elocutio, ossia cura della forma. L’autore sa bene che gli elementi ritmici e prosodici, il decorso allitterativo variegato, costituiscono lo zoccolo irrinunciabile del messaggio poetico. Così come la lingua, quell’italiano arricchito di vernacolo e regionalismi anche rari e in diverse occasioni aperto a riferimenti intertestuali, da Teocrito a Orelli. Molto opportuno, per concludere, l’apparato delle note. Gilberto Isella, Il Giornale del Popolo
Il romanzo in versi di Alborghetti è dunque la storia di tutti, in cui ognuno è preso dentro (...) la rappresentazione di un’Italia alle prese con una progressiva perdita d’identità, in cui sono in gioco la memoria e il futuro, tra le radici e una forza tremendamente opposta, sradicante e inarrestabile, come se il nuovo dovesse necessariamente cancellare il vecchio per farsi spazio. Alessandro Paglialunga, Pangea
Fabiano Alborghetti (1970), poeta attivo nella promozione culturale ticinese, alla sua sesta prova rimane fedele alla propria peculiare idea di poesia-narrazione che nasce da un approccio empirico all’analisi sociale. Maiser (Milano, Marcos y Marcos, 2017), dal termine svizzero-tedesco, è l’«uomo del mais» incarnato da Bruno, umbro immigrato in Ticino negli anni ’50, protagonista assieme alla sua famiglia del poema-romanzo. Alborghetti ripercorre la storia di quest’«uomo normale», umile e dignitoso, dilaniato tra due paesi, dal secondo dopoguerra ad oggi. La storia di uno che ricorda a tutti noi la storia dimenticata di tanti, in questo libro attentissimo al paratesto, dalla copertina fino alle note esplicative a conclusione del volume. Sara Lonati, Viceversa letteratura
Fabiano Alborghetti kreuzt zwei Welten miteinander. Da ist einerseits die Geschichte einer italienischen Familie, die in den 1950er Jahren ins Tessin emigriert: Wir sehen ihre Nachkriegsrealität und ihre Suche nach Arbeit. Auf der anderen Seite liegt ein traditionelles Versepos mit sehr eigenwilliger Form und tragischen Helden. Durch die Kombination aus beidem schafft Alborghetti etwas Neues: Ein Schwanken zwischen individuellen Ereignissen und dem grossen Ganzen, zwischen poetischer Sprache und harter Realität. Lisa Gnirss, SRF Literatur.